Un confine manifesto, frontiera di una città nella città, che si estende fin dentro al mare, una barriera visiva che stimola l’immaginazione nel valicarla.
Un confine tra la città di La Spezia e il suo arsenale, che attua la sua funzione in base alla posizione dell’osservatore.
Sorge così la volontà di evocarne la presenza con un vetro blindato usato come filtro, vetro che diventa teca nella quale conservare la memoria, così difesa da agenti esterni, ma in grado di restituire una dominante alla neutralità, colorandone la visione.
La stessa dominante presente nella riproduzione di tre sezioni del confine in vetro, che si pone come collegamento tra storia del territorio, vista dal cartografo napoleonico Pierre-Antoine Clerc, e la forma contemporanea dell’arsenale, facendo da ponte tra le due città.
Il vetro, con il quale sono state riprodotte tre sezioni del muro di cinta dell’arsenale, fotografato insieme alle riproduzioni del napoleonico Pierre-Antoine Clerc che aveva studiato la conformazione del territorio già nel 1869, si pone come collegamento tra storia del territorio e la forma contemporanea dell’arsenale, facendo da ponte tra le due città.